Francesco Mangialavori
Counselor, Facilitatore CranioSacrale, Professionista del Benessere Psicofisico, Trainer - Professionista ai senti della L. 4/2013
Ulteriori Approfondimenti


Approfondisci la CST - PREMESSA
Prima del Dott. Upledger la Terapia Cranio-Sacrale non esisteva, bensì esisteva l’Osteopatia Cranica, di cui il Dott. A. T. Still (1828-1917) e il Dott. W. G. Sutherland (1873-1954) sono stati i maggiori rappresentanti. Dal 1970 ad oggi, il termine “cranio sacrale” purtroppo è spesso abusato ed è associato a metodiche o terapie che non corrispondono assolutamente alla CranioSacral Therapy del Dott. Upledger. Infatti, la divulgazione della CranioSacral Therapy del dott. Upledger ha incoraggiato ed incoraggia tutt’ora alcune persone a sviluppare approcci diversi basati sui fenomeni cranio-sacrali, il ché potrebbe indurre a pensare che tutti gli approcci cranio-sacrali siano identici ma pensarlo sarebbe un errore dettato dalla superficialità. Volendo quindi prediligere un approccio corretto nel valutare la scelta di un metodo tecnico-terapeutico, occorre ricordare che, soprattutto quando si sceglie come obiettivo il benessere delle persone, la superficialità potrebbe essere svantaggiosa.
L’APPROCCIO ALLA TECNICA CRANIO-SACRALE DEL DOTT. UPLEDGER
Questa metodica ha interessato in questi ultimi anni un numero sempre maggiore di terapisti (medici, fisioterapisti, infermieri, logopedisti, psicoterapeuti, ecc.) che si occupano di riabilitazione, posturologia, neonatologia, terapia del dolore, ecc., e di operatori che lavorano nel campo del benessere delle persone. Resta inteso che il campo d’applicazione della CST si estende a tutto il lavoro riabilitativo-terapeutico proposto dal terapista sanitario, perché privilegia l’aspetto di approccio terapista/paziente. In altra modalità, la tecnica cranio-sacrale può essere applicata come tecnica del benessere da parte dei Professionisti Non Organizzati in Ordini o Collegi, come previsto dalla Legge 4/2013.Nell’ambito della CST e del SER®, entrambe le figure professionali, il terapista e l’operatore, sono identificate con il nome di “Facilitatori”. Nel trattamento CST, si utilizza l’analisi delle alterazioni tissutali del sistema fasciale corporeo. L’analisi viene eseguita attraverso una meticolosa ricerca delle tensioni anomale del sistema fasciale, per poi applicare le tecniche che aiutano a percepire i minimi movimenti biologici e a riconoscere le tensioni e le alterazioni fasciali determinate da eventi patologici e traumatici.
La CST si basa principalmente sulla stimolazione del sistema auto-correttivo, insito in ogni persona. Le competenze del Facilitatore sono legate alla capacità di osservazione, al tocco leggero ed alla conservazione e l’affinamento della metodologia d’osservazione e d’ascolto del Facilitatore nei confronti dell’utente.
In quest’atto, il Facilitatore esercita un tocco (palpazione) non invasivo, pari a 5 grammi di pressione ed è passivo mentre osserva le modificazioni fasciali che avvengono nella persona. L’organismo di quest’ultima, invece, risulta essere attivo nel ricevere dal Facilitatore la stimolazione atta a decontrarre la restrizione fasciale.
Inoltre, sono importanti le capacità di palpazione e di riconoscimento delle tensioni e delle alterazioni fasciali, le abilità manuali e tecniche per l’impostazione e l’applicazione del progetto facilitativo di ogni singola persona che si sottopone al trattamento.
La CST è dunque una metodica non invasiva che prevede delle tecniche specifiche per la sua applicazione ed è caratterizzata dalla capacità del Facilitatore nell’esercitare un linguaggio non verbale, bensì aptonomico del tocco, nell’ascolto e nella conoscenza della persona.
L’approccio peculiare della CST determina sicuramente un alto livello di consapevolezza e di umanizzazione nel rapporto instaurato tra il Facilitatore e la persona che si affida alle sue cure. Questo approccio delinea anche la competenza specifica di ogni professionista, evidenziando altresì i limiti e/o le capacità tecnico-professionali rispetto alle conoscenze, le abilità e le competenze acquisite da ogni categoria professionale, sia nell’ambito sanitario sia nel settore del benessere.
Fonte - CRANIO-SACRALE UPLEDGER ITALIA








Approfondisci il SER®: PREMESSA
L’esperienza clinica ha condotto il Dott. Upledger al suo lavoro pionieristico da lui stesso chiamato: “SomatoEmotional Release” (SER®) che verte sulla “liberazione” dai disturbi fisici correlati all’aspetto “somato-emotivo”. Il Dott. Upledger si è basato sul presupposto che gli aspetti emotivi che spesso si manifestano durante un trattamento, possono essere affrontati più efficacemente considerando la persona nella sua interezza, sia nel suo corpo fisico sia nel “corpo emotivo”, nella stessa sessione di lavoro anziché essere gestiti e trattati separatamente tra loro.
IL SER® – LA NUOVA FRONTIERA DELLA RIABILITAZIONE
Il SER® aiuta a risolvere molti problemi e disfunzioni difficili da “capire” e da trattare, infatti, questa metodica, frutto della continua ricerca e successiva bibliografia del dott. Upledger, è il suo maggior contributo dato come evoluzione della terapia manuale CST – CranioSacral Therapy.
L’applicazione della modalità SER®, data la sua azione a livelli profondi, consente alla persona sofferente di trarre il massimo giovamento dalle terapie manuali ad essa correlate ed in particolare dalla CST. La tecnica usata nel SER® è un mezzo incentivante per i pazienti alla collaborazione con il terapista finalizzando ogni trattamento al miglioramento del loro stesso stato di salute. Anche il SER®, essendo la naturale evoluzione della CST, si basa sulle tecniche di palpazione diretta e non invasiva, di ascolto e di percezione del ritmo cranio sacrale e del movimento fasciale nell’interazione con il paziente in una situazione di accoglienza e senza intermediazione di mezzi estranei. Ha la sua applicazione attraverso manovre semplici che possono apportare un primo intervento di conforto al paziente che consentono al terapista di approcciarsi in un modo diverso, imparando a comprendere i segnali verbali e non verbali che il corpo trasmette. Il SER®, quindi, permette anche l’approccio con pazienti che presentano difficoltà di espressione verbale quali quelli causati da deficit sensoriali e neurologici. Risulta possibile anche a livello preverbale pediatrico ed in presenza di diversi idiomi che potrebbero costituire una barriera tra terapista e paziente.
Il SER® va ad agire sul Sistema Centrale Nervoso parasimpatico, inducendo rilassamento e quindi agendo sulle restrizioni fasciali e sulle tensioni.
Permette di facilitare la gestione del paziente per le patologie organiche e per quelle funzionali in casi di:
avvicinamento e ascolto del paziente,
diminuzione del livello d’ansia,
recupero del benessere psicofisico,
risoluzione dei disturbi psicosomatici,
riduzione della sintomatologia clinica,
riequilibrio e recupero delle capacità residue del sistema nervoso centrale periferico ed autonomo,
risoluzione più rapida dei deficit funzionali e della sintomatologia algica,
individuazione dell’aspetto emotivo associato ad un evento morboso,
evidenziazione della reazione neuro-vegetativa.
ELEMENTI SALIENTI DEL SER
Altri elementi salienti del trattamento di SER® sono:
principi e pratica del dialogo tra terapista e paziente;
integrazione alle valutazioni posturali con introduzione della tecnica dei vettori applicati, connessi all’impalcatura energetica del corpo umano;
analisi degli stimoli emotivi afferenti ad ogni area cerebrale coinvolta nelle zone considerate;
elaborazione del concetto di “cisti energetica” legata al trauma fisico e a quello emotivo;
supporta i suoi studi grazie alla conoscenza della psicologia analitica C. G. Jung ed della Psicosintesi di R. Assagioli;
approfondimento degli aspetti percettivi e del ragionamento/problem-solving attraverso il richiamo alla memoria cellulare (con riferimenti a memoria e pensiero sociale della Gestalt di F. S. Perls e concetto omnicomprensivo della personalità umana della Psicosintesi di Assagioli).
Il SER® può diventare la chiave che permetterà di spalancare la porta sulla consapevolezza del nostro cammino verso il benessere.
Fonte - CRANIO-SACRALE UPLEDGER ITALIA




Il metodo rogersiano
I pilastri del metodo rogersiano:
Non-direttività e ascolto attivo: Il terapeuta ascolta attivamente il cliente, sospendendo ogni giudizio e guida interpretativa, per permettere al cliente di trovare le proprie risorse.
Tendenza attualizzante: Rogers credeva che ogni persona avesse una spinta innata verso il miglioramento e l'autorealizzazione, e l'obiettivo del terapeuta è favorire questa tendenza.
Ambiente terapeutico sicuro: Si crea uno spazio protetto e di accoglienza dove il cliente può esprimersi liberamente, rispettando i propri tempi e sentendosi compreso.
Le tre condizioni terapeutiche:
1. Congruenza (o autenticità): Il terapeuta è genuino e trasparente nella relazione, essendo pienamente se stesso e liberamente presente.
2. Considerazione positiva incondizionata: Il terapeuta accetta il cliente totalmente, senza porre condizioni o esprimere giudizi, valorizzando il suo essere.
3. Comprensione empatica: Il terapeuta cerca di comprendere il mondo interno del cliente dal suo punto di vista, comunicando questa comprensione al cliente.
Obiettivo: L'obiettivo della terapia rogersiana è promuovere un cambiamento positivo e duraturo nel cliente, rafforzando la sua consapevolezza di sé e il suo potenziale, permettendogli di costruire un'esistenza più coerente e piena.
La Coscienza Unitiva
Definiamo «Coscienza Unitiva» la Consapevolezza di chi ha davvero compreso che non c’è un “Io” senza un “Tu”, ma neppure un “Noi” senza l’Universo in cui ci troviamo a vivere, né un “identico” senza il “diverso”.
Tutte le cose si rivelano alla Coscienza Unitiva come essenzialmente Uno, un Insieme, un unico intreccio, una Relazionalità Fondamentale che chiamiamo “Vita”.
A partire dalla Coscienza Unitiva, si pensa ed agisce in modo tale che gli ambiti dell’interesse personale e di quello generale vengono parimenti tenuti in considerazione: il singolo trova la propria felicità nello scoprire e nel mettere a disposizione degli altri i propri talenti ed apprezza che gli altri facciano lo stesso.
Cadono il pregiudizio, l’aspettativa esagerata, l’idealizzazione irrealistica, l’invidia.
Viene naturale di sottolineare più i pregi che non i difetti di ciascuno.
Si aiuta il prossimo in difficoltà e ci si rallegra dei suoi successi come fossero i propri. Perché siamo “Uno”. Evidentemente, la cosa non può che giovare ad ogni livello, presso qualsivoglia gruppo o consorzio.
Quali vantaggi ho a qualificare la mia attività professionale, la mia identità con la Coscienza Unitiva e con il Modello Evolutivo AIDE?
Definendo Evoluzione il progressivo passaggio di centratura personale dall’Ego all’Uno, ossia la presa di consapevolezza che conduce dall’Egocentrismo alla Coscienza Unitiva, va da sé che chi giunge a concepire la propria esistenza come davvero significante solo a partire dal proprio ambito relazionale, si impegna maggiormente tanto in famiglia quanto fra amici, sia sul lavoro che, più in generale, in comunità.
Egli ha infatti imparato che buone relazioni significano una buona vita; mentre le cattive relazioni producono stress, sovra sforzo, malessere psico-fisico, litigi, inefficienza.
La relazione di aiuto
secondo Carl Rogers, è una relazione interpersonale mirata a favorire la crescita, lo sviluppo e il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato nell'altra persona. I principi fondamentali di tale relazione includono l'empatia (la capacità di comprendere il mondo interiore dell'altro), l'accettazione incondizionata (apprezzare l'altro per quello che è) e la congruenza (l'autenticità del terapeuta).
Obiettivo della Relazione di Aiuto
Promuovere la crescita e lo sviluppo: Lo scopo principale è aiutare la persona a crescere, maturare e diventare più consapevole di sé.
Favorire l'autorealizzazione: Incoraggiare l'individuo a raggiungere il proprio potenziale e a vivere una vita più appagante.
Le Condizioni Fondamentali (Le "Condizioni Terapeutiche")
1. Empatia: La capacità di mettersi nei panni dell'altro, comprendendo il suo vissuto emotivo e le sue esperienze senza farsi sopraffare.
2. Accettazione Incondizionata: Offrire al cliente una considerazione positiva e incondizionata, indipendentemente dai suoi atteggiamenti, valori o sentimenti, creando un clima di calore e sicurezza.
3. Congruenza: L'operatore deve essere autentico e genuino, consapevole dei propri vissuti e capace di esprimerli in modo congruo durante la relazione, fungendo da modello di autenticità.
Caratteristiche Chiave
Non-direttività: L'operatore non deve imporre soluzioni o giudizi, ma lasciare che sia l'utente a orientare il processo di aiuto e a trovare le proprie risposte.
Ascolto attivo: L'operatore ascolta attentamente la persona, cercando di comprenderne il significato che attribuisce alle sue difficoltà, senza preparare in anticipo la propria risposta.
Responsabilità condivisa: L'obiettivo è aiutare la persona ad assumersi la piena responsabilità delle proprie scelte e dei propri processi di cambiamento.

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